
Data la profonda crisi culturale, in corso ormai da molto tempo, non può stupire l'inaridimento della politica, che di tale crisi è il riflesso condizionato, al punto che parlare di politica suona a metà strada tra il grottesco e il surreale.
In un paese che versa in tali condizioni, inoltre, non può forse neanche troppo stupire che la stessa politica, delusa e deludente, si scagli con spregio proprio contro quello che della cultura e del suo farsi rappresenta il luogo di elezione. Misera condizione, manifestamente miserabile.
A volerci vedere una speranza, si osservano però i toni alti, furiosi, del crescendo di chi non ha più argomenti con cui pacatamente confrontarsi. Presagio della fine? Idealmente sì, sebbene al peggio non sia dato limite. Ma appunto, almeno idealmente i conti sono fatti.
Sull'
istruzione come bersaglio, volentieri riportiamo l'articolo di
Stefano Rodotà, apparso su
la Repubblica.