Lunedì, 31 Ottobre 2016 08:27

Nota su “Lampedusa: fra Africa ed Europa”

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Pubblichiamo un commento in relazione alla presentazione, del volume di Arnaldo Nesti, «Lampedusa: fra Africa ed Europa», per la collana Dilemmi di Aracne editrice.

All'evento, con l’Autore, erano presenti Damiano Sferrazzo (vice sindaco di Lampedusa), Nino Taranto (presidente dell’Associazione “Archivio Storico di Lampedusa”) e don Stefano Nastasi (parroco dell’isola dal 2007 al 2013).

Nelle 96 pagine che compongono la pubblicazione del direttore di «Religioni e società» c’è una nota che ne fa apprezzare ancor di più i contenuti: la congiunzione tra il rigore della ragione e i moti del cuore.
Di Lampedusa, con una sorta di grandangolo, si presentano in una sequenza d’istantanee, le origini e il dispiegarsi del loro sviluppo nella storia fino alla contemporaneità e dentro il processo migratorio del nostro secolo.
L’intelligenza del fenomeno dei migranti, che si prevede di lunga durata, è analizzata alla luce di dati geopolitici e macro-contestuali, ma senza trascurarne le percezioni e le narrazioni di stampo locale, financo nella variazione comunicativa.
L’autore volentieri impreziosisce il suo testo con una «Postfazione» di don Stefano Nastasi sulla quale dichiara: «arricchisce in modo singolare questa pubblicazione, anche come documento che evoca una speciale vicenda collettiva dei lampedusani. Non si tratta di folclore e di annotazioni per turisti, ma di storia per capire meglio il nostro mondo oltre le frasi convenzionali».
Tanto Arnaldo Nesti quanto Stefano Nastasi, a fronte dello «show della paura», dello «spettacolo del confine», dei muri dell’odio e dell’indifferenza eretti in nome della sicurezza da istrioni senza cuore e cervello che, volentieri, si fanno complici della macellazione degli immigrati-capro espiatorio, propongono e promuovono la compassione, la condivisione del dolore, così da recuperare la capacità e l’esperienza del piangere.
I Nostri, sulla scia di una memoria dolente, stanno con papa Francesco.
In definitiva, entrambi sanno che il dolore condiviso è l’unico balsamo capace di lenire la sofferenza di Zerit, biologo marino di nazionalità eritrea, che il 3 ottobre vide morire Samuel, suo fratello; la struggente nostalgia di casa e dei suoi affetti di Hana, ragazza del Kurdistan iracheno; liberare Mbdao, ragazzo senegalese di 14 anni, schiavo - fino a quando non salpò la sua barca - in Libia, dal ricordo di quella tremenda esperienza di morte quotidiana; di Misna, eritrea, che a 4 anni ha le idee più che chiare e distinte e sa che «prima di partire non eravamo migranti, eravamo esseri umani»… già, esseri umani, desidereremmo scrivere: «proprio come noi!», ma… prima che la tastiera del pc è la coscienza a bloccarci le dita e ne paralizza con fermezza la possibilità di digitazione.

Alfonso C.


Il sito dell’editore, Aracne editrice

Altri riferimenti ad Aracne editrice
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