Domenica, 22 Settembre 2019 19:15

Modena 2019: i numeri, le persone e le idee

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A chiusura della XIX edizione del Festival di Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo (dedicato al tema “Persona”), il nostro Pino Picone ci ha trasmesso il suo comunicato-testimonianza, arricchito di considerazioni personali, come si conviene, e di qualche istantanea colta dal vivo della manifestazione.

 

Modena 2019: i numeri, le persone e le idee

A chiusura della diciannovesima edizione del Festival di Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo (dedicato al tema “Persona”), l’efficace e puntuale Ufficio Stampa ha dato i numeri del Festival: oltre 200 mila presenze distribuite fra programma filosofico (90 mila) e programma artistico (112 mila). Si dà anche una precisa numerazione delle presenze per tipo di incontri: dalle sei mila presenze per Cacciari e Galimberti in giù. Dopo tanto sciorinare di numeri, una domanda sorge spontanea. Chi va al Festival di Filosofia? Gli addetti ai lavori. O almeno quelli che sentono l’esigenza di aggiornarsi per fare meglio il proprio lavoro. Gli studiosi. Quelli che non guardano solo il proprio ombelico. Gli studenti. Quelli che vengono propria sponte. Ma anche quelli intruppati come riottose scolaresche da insegnanti coscienziosi e/o insegnanti ai quali stanno strette le mura scolastiche. Quelli che comunque fa curriculum. E poi ci sono i curiosi. Pensionati che hanno qualche soldo da spendere e qualche rinnovata ottimistica sana curiosità. Curiosi in genere. Magari locali. Curiosi del web, della TV, della moda. Venire a Modena, addirittura al festival di Filosofia è una medaglia da mettere bene in mostra. Come l’essere stati a Capri, a Venezia, a San Gimignano. 

E poi c’è il nostro eroe. Quella persona che mi ha in un certo modo imposto di scrivere queste righe. La mattina dopo la chiusura del Festival, lunedì 16 settembre, sono sceso dalla stanza del piccolo albergo periferico di Modena di buon’ora. Una colazione veloce e poi di corsa alla stazione ferroviaria. L’albergatore scambia due battute con un altro cliente mattiniero come me. “Sei già qui? Hai la terapia?” L’altro risponde che no. La terapia ce l’ha nel pomeriggio. Si è alzato presto per fare una passeggiata per il fresco. E aggiunge inaspettatamente: “Ieri sono stato ad ascoltare i filosofi in piazza”. Dopo questa affermazione mi è venuto spontaneo guardarlo con più attenzione. Ma non l’ho fatto. Per non sembrare troppo sfacciato. Mangiucchio due fette biscottate e dò qualche sorso al cappuccino soya. Ma l’affermazione del nuovo venuto mi ronza nelle orecchie. Dopo un lungo silenzio non posso fare a meno di chiedergli chi ha ascoltato e cosa ne pensa. Ha seguito un paio di lezioni. Un “tedesco” (forse Michael Rosen che in realtà ha tenuto la lezione in inglese e divulgato tradotto in oversound) e un italiano (forse Roberto Esposito). Il primo non gli è piaciuto (o non lo ha ben capito), il secondo invece lo ha apprezzato. Purtroppo non c’è tempo per approfondire. D’altra parte nella serata finale non sono rimasto a Modena ma sono andato a Sassuolo per la lezione di Enzo Bianchi e il recital di Lella Costa su Edith Stein. Ma questo piccolo episodio ha molto ridimensionato le mie elucubrazioni sociologiche e mi ha fatto apprezzare ancor di più il Festival della Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo. E di come la sua vera carta vincente sia stata quella di aver portato da quasi venti anni la filosofia nelle piazze alla portata in pratica di chiunque e ad attrarre un ignaro passante, il quale, nonostante i pressanti problemi di salute (o forse proprio per quello), si lascia coinvolgere e avvolgere dalla agorà di Piazza Grande di Modena.

A questo punto dovrei parlare delle lezioni che ho seguito (circa una dozzina), ma mi limiterò a dire che (dal mio parziale angolo di visuale) non mi è sembrata la migliore edizione. Ci sono state defezioni (per motivi di salute) pesanti: fra tutte Remo Bodei, il padre e l’ispiratore da sempre della manifestazione e Emanuele Severino, il grande saggio della filosofia mondiale. Mi limiterò a ricordare due lezioni. Quella di Marc Augé, un altro dei grandi fondatori e capisaldi del Festival. L’anziano (classe 1935) antropologo e filosofo francese ha voluto tenere in italiano una breve quanto intensa lezione su “Persona, maschere e personaggi” comparando come suo solito il comportamento umano di una tribù africana con quello di una grande metropoli dell’Occidente rispetto alla parte che ognuno di noi recita e quello che siamo veramente. Una lezione commovente. Purtroppo non ben compresa, lato sensu, dal pubblico, forse in spasmodica attesa della star di turno. Non avevo con me nessun libro del nostro da fargli firmare. Ma sono andato lo stesso a salutarlo e a chiedergli se potevo stringergli la mano.

L’altra lezione che voglio segnalare è quella del giovane (classe 1988) filosofo italiano Leonardo Caffo. Una lezione relegata in tarda ora e nella tensostruttura di Piazza XX Settembre a Modena. Una lezione affascinante. Vuoi per le cose dette vuoi per il linguaggio semplice e piano quanto icastico. Il tema: “Specie”. Quindi non “Persona”. Quindi si parla di tutti i viventi e non solo dell’umano. Caffo parte dalla piramide descritta da Max Horkheimer nel capitoletto “Il grattacielo” contenuto nell’aureo giovanile libretto (lo scrive alla fine degli anni venti del secolo scorso) che porta il titolo Crepuscolo e pubblicato in Italia da Einaudi. Piramide della società globale ancor oggi fedelissima immagine dello stato presente. In testa a tale piramide un manipolo di “grandi magnati dei trust dei diversi gruppi di potere capitalistici”, alla base “l’indescrivibile, inimmaginabile sofferenza degli animali, l’inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali”. Il pensiero del nostro giovane filosofo parte da questi ultimi esseri viventi e non è pensabile di fare filosofia escludendoli. E noi, nel nostro piccolo, lo pensiamo con lui.

Giuseppe Picone
San Gimignano, 21 settembre 2019

 

Il pubblico del Festival di Filosofia "Persona" (2019)

 

Il pubblico interroga al Festival di Filosofia "Persona" (2019)

 

Leonardo Caffo al Festival di Filosofia "Persona" (2019)

 

Marc Augé al Festival di Filosofia "Persona" (2019)

 

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