Giovedì, 04 Aprile 2019 17:11

Recensione di Renato Risaliti al volume "La scomunica. Cattolici e comunisti in Italia"

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Abbiamo più volte riferito della pubblicazione e delle varie presentazioni dell'ultimo volume di Arnaldo Nesti, "La scomunica. Cattolici e comunisti in Italia", che affronta uno dei temi fondamentali della storia italiana del secondo dopoguerra. Pubblichiamo adesso la recensione di Renato Risaliti.

Recensione

Arnaldo NESTI, La scomunica. Cattolici e comunisti in Italia, EDB, Bologna 2018.


L’autore di questo libro, Arnaldo Nesti, riassume in circa 130 pagine un problema che sconvolse non poche coscienze, quello della scomunica che segnò per alcuni decenni uno spartiacque, fra le coscienze orientate in senso cattolico, quelle che privilegiavano la fede religiosa e quelle orientate in senso laico marxista, che privilegiavano una visione terrena nella soluzione dei loro problemi vitali e esistenziali.

L’autore parte da due premesse in netto conflitto fra loro: la sua partecipazione al centro di studi sociali a Pistoia e di conseguenza ai piani della “gladio bianca” di cui rivela per la prima volta l’esistenza (in opposizione alla “gladio rossa” comunista) e una domanda che gli pone una donna dopo i funerali di Don Milani a Barbiana.

Arnaldo Nesti cerca di ricostruire il complesso panorama del mondo cattolico italiano dopo la vittoria sul nazifascismo e lo fa delineando tutti i contrasti o perlomeno quelli che sono stati documentati: dalla Civiltà Cattolica di Monsignor Ronca all’apporto di padre Antonio Messineo, Luigi Getta e padre Riccardo Lombardi, il “microfono di Dio” che alla fine della vita cade in crisi identitaria perché la Chiesa con il Concilio Vaticano II va verso altri orizzonti rispetto a quelli che lui predicava. Arnaldo Nesti delinea a rapide pennellate l’iter di tre cardinali: Siri a Genova, Lercaro a Bologna e Ruffini a Palermo con la crisi della GIAC.
Nella seconda parte del libro indaga sui processi che avvengono in Toscana e poi a livello nazionale con la “indicazione degasperiana”. Pagine interessanti sono dedicate agli aspetti coscienziali e alle reazioni nel PSI.
L’ultima parte è dedicata all’esame dell’atteggiamento dei comunisti in parrocchia, soprattutto in diverse province e zone toscane (empolese, Mugello, pratese, Valdichiana, Livorno ecc.) per concludere la ricerca con la svolta della Pacem in terris e i grandiosi funerali di Togliatti.

La scomunica resa pubblica il 1° luglio 1949 non fu un fulmine a ciel sereno, era stata preparata da tante prese di posizione della gerarchia e stampa cattolica.

Fu un fatto politicamente rilevante perché frenò lo sviluppo delle forze di sinistra per qualche tempo, però nella sostanza fallì l’obiettivo che si proponeva l’annientamento del PCI, cosa che non avvenne. Ebbe l’effetto di dividere l’Italia in due parti contrapposte. Rivelò però diverse cose viste con il senno di poi.

L’inadeguatezza della gerarchia a partire da Pio XII a capire che non solo il Medioevo era ormai morto, ma che la scomunica affrettava il distacco di numerose masse popolari dalla chiesa cattolica, anzi, affrettava il processo di laicizzazione (secolarizzazione) delle masse contadine del primo Novecento e che la dittatura fascista aveva solo ostacolato.

La gerarchia lanciava una sfida al mondo in senso lato, mentre avrebbe dovuto combattere non tanto contro il comunismo ateo perché questo in definitiva salvava la “fede” in un mondo migliore (ma che non era più ultraterreno) mentre il consumismo come avevano già dimostrato gli esempi di tanti paesi, distruggeva silenziosamente i principi basilari del cristianesimo così come erano stati elaborati nei secoli.

Sì, occorreva una ristrutturazione diversa di tutta la chiesa, ma in senso radicalmente diverso. Questo non poteva non condurre ad un grave arretramento dell’influenza della Chiesa Cattolica nel mondo. Cosa che si verificò.

C’è da dire ancora che non si è chiarito il rapporto che esisteva fra le decisioni della Chiesa e gli orientamenti che venivano da oltre Atlantico nella lotta contro il comunismo o presunto tale. Certo che le rivelazioni che riguardano la sorte di tanti esponenti della Chiesa che padre Lombardi desta una certa malinconia, ma non si deve trascurare che la crociata fallì prima di tutto perché trovò l’opposizione diffusa di milioni di coscienze che non vollero accelerare certe imposizioni di origine medievale.

Comunque si tratta della ricostruzione di un fatto epocale che ha notevole interesse anche oggi.

Renato Risaliti

 

 

Letto 13119 volte Ultima modifica il Giovedì, 04 Aprile 2019 17:16
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