Martedì, 19 Agosto 2008 10:15

Olimpiadi 2008: tra grandiose esibizioni e drammi umani

Scritto da  Gerardo

I giochi olimpici sono una specie di grande vetrina pubblicitaria per mostrare al mondo che la Cina è ormai un Paese moderno e brillante, superpotenza economica e sportiva.
Ma mentre si parla di questi avvenimenti sportivi, anche l'altra faccia della Cina emerge in tutta la sua drammaticità, quella faccia che i dirigenti cercano di nascondere o di sopprimere e che non si limita alla feroce repressione in Tibet.
Sul fronte dei diritti umani, per esempio, secondo un nuovo rapporto di Amnesty International la situazione invece che migliorare sta nettamente "peggiorando".

Nel rapporto, diffuso a dieci giorni dall'apertura dei giochi, si denunciava come in Cina si stessero moltiplicando i casi di arresti arbitrari, il ricorso al "lavoro coatto per rieducare" i dissidenti e come continuassero ad essere limitati e soppressi i diritti di attivisti per le libertà civili e dei giornalisti.
Nel suo recente libro “Il rovescio delle medaglie. La Cina e le Olimpiadi”, padre Bernardo Cervellera, missionario del PIME e direttore di Asianews, afferma che i veri eroi delle Olimpiadi sono “i milioni di migranti poveri contadini che fuggono dalle campagne, in una situazione di degrado, povertà e fame, per cercare fortuna nelle grandi città e negli agglomerati industriali sulla costa”.
Con cantieri edili che lavorano 24 ore su 24, hanno costruito con inusuale rapidità grattacieli, strutture sportive e strade, ma questi contadini operai ricevono compensi irrisori, sfruttati e spesso neppure pagati, senza assistenza sanitaria, alloggiati in fatiscenti baracche.
Un evidente squilibrio sociale sempre più stridente: a fronte di oltre 200 milioni di ricchi sempre più ricchi, ci sono 350 milioni di poveri sempre più poveri. Questo è il prezzo "umano" delle Olimpiadi: lo sfruttamento dei bambini per preparare le mascotte olimpiche; le distruzioni e i sequestri di case per creare gli stupefacenti stadi; l’imbavagliamento dei giornalisti, degli attivisti democratici, delle personalità religiose, per far “riuscire” questo grande evento del 2008. Tutto questo mentre i governi dell'Occidente fingono di non vedere, nonostante le proteste di una parte significativa dell'opinione pubblica mondiale.
(A.F.)

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